…Un’opera storica di grande utilità non solo per la lettura che della vita della città nel periodo preso in esame ne consente nei nostri giorni, ma, in prospettiva, a beneficio delle prossime generazioni, come contributo scientifico di limpida e sicura attendibilità per quanti in futuro vorranno rivolgere lo sguardo sullo stesso tema, magari in un orizzonte temporale più vasto e, in quel momento, più distante.
Anche per i lettori di oggi l’opera di Pisana risulta di preziosa validità e di grande attualità, soprattutto in un’ottica in cui si configura come altamente meritorio ogni serio tentativo di recuperare la memoria di vicende le quali, spesso, anche se relativamente vicine nel tempo, dal circuito della rappresentazione giornalistica immediata e del sentire sociale corrente per sua natura emotivo e inafferrabile approdano al patrimonio di consapevolezza comune in modo parziale, frammentario e non di rado falsato.
Ecco, “Modica in un trentennio” ci rimette in collegamento diretto, ragionato, non superficiale, e su più che sufficienti basi di conoscenza, con il periodo in oggetto, gli accadimenti della vita pubblica di una città bella e importante, anche se di appena cinquantamila abitanti, la quale proprio in questi tre decenni ha vissuto un’altra pagina di quella sua condizione sospesa tra la memoria di un passato ben più glorioso del presente e il disagio di non sapere costruire un futuro altrettanto luminoso reinventando un’identità forte come quella sopravvissuta fino ai primi decenni del secolo scorso(…) Il risultato è un’opera preziosa capace di fissare i fatti salienti di un trentennio, porgendoli – alla valutazione di ciascuno e, ora, anche alla custodia di una memoria collettiva lunga – in modo onesto per scrupolosità della ricerca, correttezza dell’analisi e della selezione dei materiali, indipendenza di giudizio. Il libro di Pisana, come in un potente flashback non fuggente ma, nel film della storia della città, destinato a rimanere in memoria, fa scorrere così tutti i protagonisti, nel bene e nel male, di un trentennio di sogni, progetti, ansie, desideri, illusioni, amarezze, pesanti sconfitte sociali ed economiche, vere e proprie crisi ancora oggi gravemente in atto come quella che riguarda le finanze del Comune(…)
Il lavoro di Pisana ha il pregio di offrire ai Modicani del terzo millennio un contributo utile alla conoscenza e alla comprensione di un periodo così vicino, e al tempo stesso così lontano dalla vita dei nostri giorni. Uno strumento prezioso per un più alto e limpido esercizio dei diritti e dei doveri che formano il valore della cittadinanza.
(Dalla Prefazione di Angelo Di Natale – Giornalista RAI)
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Domenico Pisana fissa la storia della città del periodo 1980 2010 nel suo «Modica in un trentennio». Pisana presenta la sua opera come un lavoro di volontariato, di testimonianza di un cittadino che vive ed ama la sua città di cui ha vissuto passioni e battaglie politiche sia nel ruolo di giornalista ma anche in quello di attore della vicenda civile.
Per Giuseppe Barone, che ha presentato il libro al teatro Garibaldi insieme ad Angelo Di Natale, Domenico Pisana riesce a dare equilibrio, a mantenere la giusta distanza da fatti ed eventi ancora troppo vicini perché possa essere scritta la storia anche perché, come ha sottolineato lo stesso autore, la documentazione a disposizione è stata parziale e molto resta da consultare.
Il libro si presenta in una elegante veste tipografica con copertina di Piero Guccione e si svolge su poco più di 600 pagine; lavoro dunque corposo che ha il merito di essere tuttavia di facile approccio e lettura visto che l’autore divide questi trenta anni in tre differenti e ben netti periodi. Quelli della prima Repubblica, ovvero dal 1984 al 1192 con il cosiddetto periodo dell’alternanza a palazzo S. Domenico quando Ignazio Agosta, socialista, rompe il blocco Dc e porta una ventata nuova sia in termini politici che amministrativi; una nuova classe dirigente , tra cui il futuro onorevole Drago, ma poi man mano il riflusso con una instabilità cronica con ben undici amministrazioni.
Ci sono poi i nove anni di sindacatura di Carmelo Ruta, eletto dal popolo, che comincia a risanare un debito consolidato, che avvia una nuova stagione culturale, che pone le basi perché Modica assuma un ruolo turistico di attrazione nel panorama siciliano, riavvia le opere pubbliche fermi da un decennio anche se non le completa. Dal 2002 al 2008 si colloca il periodo di Piero Torchi sindaco, che riprende e valorizza l’idea della città turistica, con tanto di riconoscimento Unesco; un sindaco che fa «un teatro» della città, dice Giuseppe Barone, che tende a valorizzare le risorse locali ma che per Giuseppe Barone dimentica di gestire al meglio il territorio lasciando da parte un piano regolatore che sembrava arrivato al punto di adozione.
C’è un debito pubblico che affonda le sue radici negli anni a conduzione Dc e che non si riesce a debellare. Ad Antonello Buscema ed alla sua coalizione Pd MPa tocca il compito di rientrare, Modica è oggi una città che ripensa se stessa ed il suo ruolo ma nella quale, nota Barone, si vive un bel clima culturale, una città che vuole riappropriarsi della propria identità. Modica, conclude Domenico Pisana, è oggi in cammino con molte questioni aperte ed irrisolte.
Duccio Gennaro
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Edito da Genius Loci già in libreria
Gli ultimi trent’anni di storia di Modica nell’ultima opera
di Domenico Pisana
di Giorgia Frasca Caccia
Il pubblico delle grandi soirées ha fatto da cornice al “Teatro Garibaldi” di Modica alla presentazione del volume “Modica in un trentennio”, opera ultima di Domenico Pisana, autore poliedrico che vanta una interessante e copiosa produzione letteraria. Ad introdurre il volume edito da Genius Loci e già in vendita nelle edicole e librerie cittadine, l’amico e collega degli esordi radiofonici e giornalistici, oggi redattore Rai nella sede di Catania, Angelo Di Natale, ed il professore Giuseppe Barone, Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Ateneo catanese.
“Modica in un trentennio” è un’opera impegnativa, frutto di tre anni di studio e di ricerche che si riassume in un tomo di quasi 600 pagine dalla veste grafica accattivante e dalla scrittura agile e chiara in cui l’autore non si limita a raccontare i protagonisti della scena sociale e politica di Modica dal 1980 al 2010 ma affonda il bisturi senza inutili giri di parole nelle tinte chiaroscure della città, fornendo al lettore le proprie chiavi di lettura che potrebbero risultare opinabili e non condivisibili, nonostante lo “sforzo di onestà intellettuale e l’impegno di una testimonianza leale” dichiarato dall’autore.
Trent’anni di cambiamenti globali, dalla geopolitica mondiale a quella locale: la Modica dei primi anni ’80 non è più la Modica rurale e contadina fatta di bracciantato e di indigenza; essa, seppur ridotta sensibilmente per l’abbandono delle campagne, vanta però di un numero cospicuo di piccoli imprenditori agricoli e di coltivatori diretti la cui economia è ben salda e profondamente radicata nel territorio. Un paesaggio agrario, quello della nostra provincia, che presenta una peculiarità che non trova analogie in tutto il resto dell’isola, ovvero l’antropizzazione secolare delle campagne, che assicura un equilibrio non solo paesaggistico ed ambientale ma anche culturale ed economico. Un forte influsso si ha anche in campo commerciale ed imprenditoriale.
Ma non mancano ombre nella lunga storia della città: affari e politica spesso a braccetto, in barba a diritti e principi sacrosanti come giustizia e verità; il fallimento turistico di Marina di Modica; il tracollo dell’Azasi; la cementificazione selvaggia; l’assenza atavica di un piano regolatore. In ambito politico gli anni ’80 vedono la fine della DC e un lungo periodo d’instabilità con l’alternanza delle sinistre lungo i ’90, la sindacatura di Torchi nel 2002 dà certamente una ulteriore spinta al rilancio economico della città nonostante la zavorra di debiti accumulati che ad oggi si porta dietro.
Un’opera storica difficile e coraggiosa dai limiti obiettivi, in cui l’autore, lungi da smanie di protagonismo, dichiara il suo intento di offrire uno strumento di conoscenza verso le generazioni che per ragioni anagrafiche non hanno vissuto quel periodo e di cui nulla sanno. “Una storia”- dichiara l’autore – “in cui più che ricostruire criticamente fatti ed avvenimenti – ho voluto cogliere in essa l’accezione tedesca di “Gheschisthe”, ovvero di storia come “rivisitazione” del tessuto umano, civile, culturale, emotivo di un popolo, con la quale si entra in rapporto e con la quale chi la ricostruisce confronta se stesso e intende far confrontare gli altri”.
Nel libro molte questioni rimangono aperte, molti dubbi legittimi si pone l’autore, dubbi che sono anche i nostri. “La storia di una comunità in cammino” quale quella modicana, non ha una fine perché il futuro è ancora da scrivere e quest’opera, ricostruendo la memoria storica collettiva, ci impone di riflettere sul nostro passato per poter guardare in avanti con fiducia.
Giorgia Frasca Caccia
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Modica, nuovo libro di Pisana. Si parla di Berlusconismo e di doppia morale
www.radiortm.it scritto il 24 nov 2011 nella categoria: Cultura
Pubblicata alle ore 9:39:51 –
Ragusa oggi
12/12/2011 – 13:10
Da dicembre nelle edicole e nelle librerie il volume che affronta le questioni più spinose dell’ultimo triennio italiano
“INDIGNAZIONE E DOPPIA MORALE NELL’ITALIA DEL BERLUSCONISMO”, IL NUOVO LIBRO DI DOMENICO PISANA
di Roberta Gurrieri
Domenico Pisana, direttore del quotidiano on line RTM, nonché fondatore e Presidente del Caffè Letterario Quasimodo di Modica, con il suo ultimo lavoro di circa duecento pagine esamina l’ultimo triennio berlusconiano. Il nuovo libro, “Indignazione e doppia morale nell’Italia del berlusconismo” è da dicembre nelle librerie e nelle edicole: la copertina raffigura l’Italia che piange, intorno ad essa termini di alcune problematiche che Pisana affronta nel suo ultimo lavoro. Crisi, contraddizioni, ipocrisie, turbamenti.
Nella sua nota introduttiva, l’editore Nino Petralia scrive che lo scrittore modicano analizza questi ultimi tre anni di Silvio Berlusconi al potere “con una serie di riflessioni che sono state raccolte affinché non si disperdessero, essendo anche convinto che il libro non sostituisce il prodotto ‘internet’ ma lo affianca, e costituisce un’occasione di consultazione veloce e pratica”. Le riflessioni di Pisana confluite nel testo sono infatti da alcuni anni oggetto di dibattito e di opinione nel quotidiano RTM.
La politica, l’etica, la magistratura, l’informazione sono le quattro aree sulle quali poggia l’impostazione di fondo del testo e che s’integrano nell’unità di un percorso che ha in comune l’indignazione e la doppia morale. Pisana infatti, senza peli sulla lingua o ipocrisie, afferma che l’Italia del berlusconismo è diventato un Paese in cui anche “l’indignazione ha cominciato ad assumere un colore politico e a diventare di destra e di sinistra”, come pure considera la politica una “realtà irredimibile” dandone le proprie ragioni.
Il discorso dell’Autore cerca di cogliere le grosse contraddizioni della politica rimarcando come l’Italia si sia cacciata nel tunnel di un disastro etico ed antropologico per l’incapacità della sua classe politica di far prevalere “la forza della ragione alle ragioni della forza”, sfociate, quest’ultime, nell’aggressione, nell’insulto, nella delegittimazione e in un disfattismo parolaio segnato da scandali sessuali, acuito da un killeraggio giornalistico ad orologeria e caratterizzato dalla neo legge del taglione “occhio per occhio dente per dente”.
La legge sulle intercettazioni, l’implosione del PDL; il federalismo fiscale, il legittimo impedimento; la libertà di stampa, lo sciacallaggio su politica sesso e donne; la guerra in Libia, la riforma della giustizia; la nascita del terzo Polo, lo scontro tra politico su “costituzione materiale e costituzione formale”; gli interventi della chiesa gerarchica sulla politica italiana, il turbamento e la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni; le trasmissioni televisive di Fazio e Santoro, il rapporto tra politica ed intellettuali; il referendum del 12 e 13 giugno e la caduta di Berlusconi e il commissariamento della politica da parte della finanza europea: queste le questioni su cu Pisana si sofferma, quelle più discusse in quest’ultimo triennio berlusconiano.
Tutti temi sui quali il volume di Pisana offre ai lettori una prospettiva critica che tende ad evidenziare come esistano responsabilità di una politica rissosa e priva di idealità e responsabilità di una “cittadinanza indignata” ridottasi però, a tifoseria sganciata da ogni logica di ragionamento e poggiata, invece, su una sorta di emotivismo carico di livori e rancori.
Pisana auspica una “rifondazione etica” non solo della politica ma dell’intero tessuto sociale ed un recupero di responsabilità che sappia uscire dal tunnel dell’ipocrisia e di una doppia morale che sa solo “guardare la pagliuzza nell’occhio dell’ altro” rinunciando a guardare “la trave” che ha nel proprio.
Roberta Gurrieri
www.radiortm.it
Il libro di Pisana, serata ricca di interventi e di riflessioni
Scritto il 29 dic 2011 nella categoria: Cultura
Pubblicata alle ore 15:51:13 – Fonte: Marcella Burderi
L’assessore alla cultura del Comune di Modica, dott.ssa Anna Maria Sammito durante il saluto di apertura della serata
L’attore Giorgio Sparacino legge alcuni brani del libro
Questo libro intervista rappresenta sicuramente un contributo di idee e di pensiero al bisogno di cambiamento della politica, oggi richiesto a livello di autonomie locali; l’analisi di Pisana appare sempre attraversata da un filo etico che tende a mettere in risalto come non possa sussistere una vera politica quando questa non è capace di tenere in seria considerazione la questione morale.
Pisana, con questa lunga intervista, si mostra ancora un idealista della politica, pur se con i piedi a terra; egli vive con l’atteggiamento di colui che aspetta il passaggio dalla politica del “ring”, che ha trasformato tutto in “luogo di rissa e di lotte tra nemici”, alla politica del dialogo nella diversità, una politica – come si legge nel libro – che sappia coniugare “idealità e realismo, valori etici, abilità e competenze; un politica, insomma, che sappia ridare speranza e far sognare i cittadini, che non si riduca alla mera arte del governo, ma che sia vivificata e animata dal senso morale del popolo, dal valore storico della tradizione e dalla capacità di fare strada alle nuove generazione”.
Concetto Iozzia